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sabato 19 aprile 2014

Il mio personale saluto a Gabriel Garcia Marquez

Il 17 Aprile, appena due giorni fa a  Città del Messico è morto
Gabriel Garcia Marquez 
nome con il quale era conosciuto in tutto il mondo lo scrittore e giornalista colombiano Gabriel José de la Concordia García Márquez  nato a Aracataca, 6 marzo 1927.
Tempo fa scrissi  su di lui un articolo e anche se non amo riproporre vecchi scritti  in questo caso perdonatemi questo mio personalissimo strappo alla regola ma sento la necessità di ricordarlo a modo mio.
A lui devo molto del mio modo di scrivere e con questo non affaticatevi a trovare similitudini, io non sono la grande scrittrice che lui era ma ho amato sempre il suo saper dire senza mezze misure, con la sua esplicita chiarezza, disincantata, senza mai dover strafare per essere chiaro e tangibile..a lui bastava "dire".
Probabilmente anche per questo considerato il maggior esponente del cosiddetto "realismo magico", sa scrivere in modo chiarissimo, scorrevole e sa richiamare magistralmente l'attenzione, rendendo ogni particolare vivido e vissuto, ti trasporta nel luogo, anno e situazione che sta narrando e tu ti trovi a sentirti parte del racconto.
Questo anche grazie agli intrecci e ai racconti paralleli caratteristici nella sua narrativa, ed ad sapiente uso dei flashback.
La sua vita è spesso riportata nelle sue opere, alcune assolutamente autobiografiche..in esse si ritrova la giovinezza con i nonni materni, gli anni dello studio in collegio e i primi anni a Barranquilla come opinionista e reporter a "El Heraldo" prima e al “El Espectador” poi.
Visitò l’Italia dove studiò presso al Centro Sperimentale di Cinematografia, si trasferì poi a Parigi.
Nel 1958 sposa Mercedes Barcha dalla quale ha due meravigliosi figli (nella foto la famiglia al completo).
Dopo la vittoria di Fidel Castro, visita Cuba e lavorò per l'agenzia "Prensa latina", fondata dallo stesso Castro, si trasferì nel 1961 a New York, come corrispondente della stessa ma le continue minacce della CIA e degli esuli cubani lo indussero a trasferirsi in Messico.
Dal 1975, Gabriel García Márquez vive tra il Messico, Cartagena, L'avena e Parigi.
Nel 1982, venne insignito del Premio Nobel per la letteratura.
Ha scritto opere tradotte in moltissime lingue, cito solo alcune tra le sue famose opere: Cent’anni di solitudine, Cronaca di una morte annunciata,  Foglie morte, La mala ora, L’amore ai tempi del colera.. Vivere per raccontarla, che personalmente trovo bellissimo..
Era già stato consacrato come uno dei migliori scrittori contemporanei, tra le altre ragioni per il merito di aver riportato in auge la letteratura latino americana.
Grandi politici contemporanei in questi due giorni gli hanno dedicato parole sentite, dal presidente americano a quello russo.. facendo quasi a gare per ricordare aneddoti di incontri avuti col grande Gabo, come tutti ormai lo chiamavano.
A me piace ricordare Marquez come l'uomo che da ragazzina mi ha più volte presa per me e trascinata nelle sue magiche Macondo e che ancora oggi mi fa rivevere attraverso i suoi occhi cittadine e vite passate e forse utopiche che mai potrò vivere realmente.


Voglio lasciarvi con le sue celebri frasi..a centinaia ne potrei scegliere, tutte pregne di mille significati...

Continuò a vederlo fin quando terminò di tagliare la cipolla, e continuò a vederlo fin quando non era più possibile che potesse vederlo, perché allora non era ormai più un impiccio nella sua vita, ma un punto immaginario nell'orizzonte del mare.
Da "L' incredibile e triste storia della candida Erendira e della sua nonna snaturata"


.Lei l'aveva aiutato a sopportare l'agonia con lo stesso amore con cui l'aveva aiutato a scoprire la felicità.

.Avevano appena festeggiato le nozze d'oro e non sapevano passare neppure un istante l'una senza l'altro, o senza pensare l'una all'altro, e più rincrudiva la vecchiaia meno lo sapevano. Né lui né lei potevano dire se questa servitù reciproca si fondasse sull'amore o sulla comodità, ma non se l'erano mai domandato con la mano sul cuore, perché entrambi preferivano da sempre ignorare la risposta.

Entrambe tratte da " L'amore ai tempi del colera"

I domani non è assicurato a nessuno, giovane o vecchio. Oggi può essere l'ultimo giorno che vedi coloro che ami. Perciò non aspettare più, fallo oggi, perché se il domani non dovesse mai arrivare, sicuramente lamenterai il giorno che non hai preso tempo per un sorriso, un abbraccio, un bacio, e che sarai stato troppo occupato per concedere un ultimo desiderio.

13 Spunti per la Vita

1 - Ti amo non per chi sei ma per chi sono io quando sono con te.
2 - Nessuna persona merita le tue lacrime, e chi le merita sicuramente non ti farà piangere.
3 - Il fatto che una persona non ti ami come tu vorresti non vuol dire che non ti ami con tutta se stessa.
4 - Un vero amico è chi ti prende per la mano e ti tocca il cuore.
5 - Il peggior modo di sentire la mancanza di qualcuno è esserci seduto accanto e sapere che non l'avrai mai.
6 - Non smettere mai di sorridere, nemmeno quando sei triste, perché non sai chi potrebbe innamorarsi del tuo sorriso.
7 - Forse per il mondo sei solo una persona, ma per qualche persona sei tutto il mondo.
8 - Non passare il tempo con qualcuno che non sia disposto a passarlo con te.
9 - Forse Dio vuole che tu conosca molte persone sbagliate prima di conoscere la persona giusta, in modo che, quando finalmente la conoscerai, tu sappia essere grato.
10 - Non piangere perché qualcosa finisce, sorridi perché è accaduta.
11 - Ci sarà sempre chi ti critica, l'unica cosa da fare è continuare ad avere fiducia, stando attento a chi darai fiducia due volte.
12 - Cambia in una persona migliore e assicurati di sapere bene chi sei prima di conoscere qualcun'altro e aspettarti che questa persona sappia chi sei.
13 - Non sforzarti tanto, le cose migliori accadono quando meno te le aspetti.

La vita è un bene preziosissimo, ogni giorno può darci, magari inaspettatamente e nuove opportunità di felicità, ogni giorno ci saranno nuove emozioni e sensazioni da vivere è questo il più grande insegnamento che Gabo mi ha lasciato..ed io voglio oggi ricordarlo così..

venerdì 18 aprile 2014

"The Passion of the Christ"...ricordi dal passato..



Eccomi di nuovo qui.. tra poche ore e festeggeremo la Pasqua..ed è per questo che ho deciso di consigliare la ri-visione di un film, cult, almeno a mio modestissimo avviso, che mi colpì particolarmente quando uscì nelle sale e che ancora oggi campeggia tra i film da me più amati in assoluto e di svelarne ,soprattutto, qualche "dietro le quinte" !
C'è da dire una cosa : è un film che ha fatto discutere e che ha diviso la critica a metà tra chi lo ha considerato molto vicino alla vera storia della passione di Cristo e chi lo ha considerato troppo brutale ed efferato,
persino antisemita..
Io non pretendo di calarmi nei meandri della critica cinematografica, preferisco considerarlo un film forte che fa riflettere e credo che questo sia il massimo da dover volere da un film che non si arroga il diritto di intrattenere e far ridere ma al contrario ha l'ardire di essere una rievocazione storia, nel caso specifico biblica..
Ma passiamo alle curiosità di cui sopra, poichè ritengo inutile dire che il film ricostruisce le ultime ore di vita di Cristo con tutta la cruda brutalità della passione, morte e resurrezione.
Il film, titolo originale
"The Passion of the Christ" è stato scritto e diretto da Mel Gibson ed è uscito in Italia nella Pasqua del 2004.
Per chi non lo sapesse è stato totalmente girato in Italia, in location assolutamente azzeccate e suggestive quali
Matera e la città fantasma lucana di Craco.
E' indubbio che questi luoghi si siano prestati meglio di qualunque altro set ricostruito dentro qualche studio a ciò
che Gibson desiderava per il suo film, la vecchia Gerusalemme è rivissuta, riflessa negli occhi dell'attore protagonista Jim Caviezel mentre percorre le vie dei sassi sotto il peso della croce.
Matera è conosciuta come la Città dei Sassi ma voglio spiegare a chi non lo sappia brevemente il perchè: Il torrente Gravina di Matera scorre in una profonda fossa naturale che delimita i due antichi rioni della città: Sasso Barisano e Sasso Caveoso. Sull'altra sponda c'è la Murgia, protetta dal Parco Naturale delle Chiese Rupestri. 
E' qui nel Parco delle Chiese Rupestri che sono state girate le scene della crocefissione.
Gli antichi rioni chiamati Sassi, assieme con le cisterne ed i sistemi di raccolta delle acque, sono la caratteristica peculiare di Matera. Si tratta di originali ed antichi aggregati di case scavate nella calcarenite, a ridosso di un profondo burrone, la Gravina. 
Alla fine del 1993 l'UNESCO ha dichiarato i rioni Sassi Patrimonio Mondiale dell'Umanità.
Come detto  in precedenza oltre a Matera e qualche scena d'interno ricostruita negli studi di Cinecittà il film è stato girato anche a Craco...e proprio questo agglomerato di vecchie costruzioni mi ha affascinata in modo assoluto.
Craco vecchia sorge nella zona collinare che precede l'Appennino Lucano e negli anni sessanta un'evacuazione l'ha resa una vera e propria città fantasma quanto mai caratteristica come è facile indovinare da questa foto che ne mostra la bellezza unica aiutata dal cielo intensamente blu che crea un fortissimo contrasto con le mura cittadine. Nel film di Gibson è Craco che fa da sfondo alla scena dell'impiccagione di Giuda.
Come è possibile immaginare il film è una sintesi tratta dai Vangeli con alcuni spunti personali di Gibson e tradizioni dell'epoca che non sono però rintracciabili nelle Sacre Scritture. 
Inoltre alcune scene sono tratte dai diari della mistica tedesca Anna Katharina Emmerick, vissuta tra fine settecento e gli inizi dell'ottocento e dall'opera di Maria di Agreda intitolata "La mistica città di Dio"
Un ultima curiosità per chi non lo abbia ancora mai visto : il film è stato girato completamente in latino ed aramaico, sottotitolato in italiano,con lo scopo di rendere ancora più reale l'intensità dei momenti .
Vi lascio con uno spezzone del film, augurandomi di avervi offerto una lettura "alternativa" e sperando di non avervi annoiato.




mercoledì 16 aprile 2014

Tradizione e novità racchiuse nel dolcepasquale più colorato che ci sia..


Buongiorno ragazzuole e ragazzuoli belli.. eccoci qui..la Pasqua è ormai pronta a sommergerci con la sua sacralità, che spesso viene dimenticata, e con i cibi delle feste tipici di ogni regione che non mancheranno su nessuna tavola.
Di solito non sono io ad occuparmi di cibi e cucina ma in questi giorni ho fatto vari esperimenti per rendere una ricetta della cucina tipica umbra quanto mai attuale e vorrei proporvela.


In tutte le tavole dell"OldStylePerugino" non può mancare la Ciaramicola!
Si immagino bene le vostre faccette sconvolte..chissà cos'è sta roba qua con questo nome assurdo..
Bene, ve lo spiego subito e per farlo mi aiuto con una foto trovata online che si avvicina meglio di altre alla mia amata Ciaramicola..
In realtà altro non è che una base molto semplice con l'aggiunta dell'
alchermes che gli dà il tipico colore rosa-arancio.. Io qui vi posto il link diretto di un sito di cucina che ne mostra la preparazione passo passo ed è molto affine a quella che preparo che ho visto preparare tutta la vita da bisnonne e nonne

http://www.cookaround.com/le-vostre-ricette/dolci-pasquali/ciaramicola-1

Però ciò che voglio proporvi io oggi è una ricettina semplice e ottima di muffin alla ciaramicola, vi assicuro che la riuscita è assicurata e grazie alla loro naturale allegria strappano comunque un sorriso


Ingredienti

Per la base:
300 gr di farina, 
200 di zucchero
100 gr di burro sciolto
3/4 di bustina di lievito
2 uova intere e 1 rosso
mezzo bicchiere di alchermes
100 ml di latte

per la meringa:
3 albumi
250 gr di zucchero a velo
confettini colorati


Il procedimento è semplicissimo: sbattete bene le due uova ed il rosso con lo zucchero fino a creare un composto spugnoso, aggiungere poco a poco la farina, il burro lasciato sciogliere l'alchermes ed il lievito, infine aggiungere il latte.
Per quanto riguarda il latte consiglio di aggiungerlo per ultimo controllando la consistenza del composto che è per tutto identica a quella tipica dei muffin e di regolarsi di conseguenza per ovviare a composti troppo solidi o al contrario troppo liquidi.
Infornarli su forno preriscaldato a 140 gradi per circa 20 minuti.
Nel frattempo preparate la meringa montando a neve ferma 3 albumi e aggiungendo lentamente lo zucchero a velo.
Togliete i muffin dal forno ma lasciatel all'interno dei loro stampini ed aiutandovi con un cucchiaio ponete un'abbondante guarnizione di meringa su ogni muffin, aggiungete una manciata di confettini colorati e mettete di nuovo in forno a 100 gradi per una decina di minuti.
Vedrete che il risultato sarà buonissimo e golosissimo...noterete come sono soffici e golosi all'interno quanto croccante è lo strato superficiale di meringa e confettini e morbidissimo lo strato sottostante della meringa stessa...




Vi lascio qualche immagine dei miei muffin...









Per i chi ama il folklore ecco qualche curiosità sulla Ciaramicola:

La ciaramicola è un inno alla città di Perugia ed in realtà la sua forma circolare è voluta, è formata idealmente da 5 montagnole che rappresentani i cinque rioni di Porta Sole, Porta Sant’Angelo, Porta Susanna, Porta Eburnea e Porta S. Pietro, queste 5 ideali montagnoli che formano il cerchio esterno della torta a mo di ciambella confluiscono in una zona centrale che sta a raffigurare la Piazza Grande, sulla quale svetta la Fontana Maggiore, simbolo della città. Anche i colori che compaiono sul dolce fanno riferimento ai rioni e allo stemma di Perugia.